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Lunedì, 27 Luglio 2015 17:04

Il Teramo sospende il ds Di Giuseppe. Corda (ex Savona) inguaia i biancorossi

Scritto da  Redazione sportiva
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Le voci circolate nelle ultime hanno trovato conferma oggi con un comunicato stampa emesso dal  Teramo Calcio Srl, nel quale si fa presente che “in applicazione del proprio codice etico, comunica di aver sospeso dalla propria attività il direttore sportivo Marcello Di Giuseppe. Con l’augurio che lo stesso possa dimostrare nelle sedi competenti la sua estraneità ai fatti emersi nelle indagini della Procura Federale”. Già, perché la situazione della società biancorossa e del suo ds si è complicata. dopo le dichiarazioni rese dall’allenatore del Savona, Ninni Corda, davanti alla Procura Federale del 9 luglio scorso, circa la presunta combine tra i biancorossi e il club ligure per aggiustare il risultato della penultima giornata del girone B di Lega Pro.  Il Teramo era a caccia di un successo che mettesse il club di Luciano Campitelli a riparo da eventuali sorprese, soprattutto in vista dell’ultima partita della stagione, al Bonolis, con l’Ascoli, che inseguiva il primo posto detenuto, in quel momento dai teramani. Ebbene, il 9 luglio scorso, Corda, che insieme a Barghigiani, ex responsabile area tecnica del Savona, collaboratore e consulente del presidente Dellepiane, che a sua volta rischia il deferimento e l’accusa di responsabilità diretta, è indagato dalla Procura di Catanzaro nell’ambito dell’inchiesta Dirty Soccer, ha riferito ai rappresentanti della Procura Federale Marco Squicquero e Giampaolo Pinna che “tra fine maggio ed inizio giugno mi sono incontrato con Marco Barghigiani (in un centro commerciale che si trova appena fuori il casello autostradale di La Spezia: l’argomento da trattare nell’incontro doveva essere quello della trattativa con Di Nicola (ds L’Aquila) per l’acquisto delle quote del Savona. In occasione di tale incontro il Barghigiani mi disse che la trattativa non era andata in porto e mi confermò invece che era andata a buon fine la combine relativa alla gara Savona-Teramo relativamente alla quale io non avevo prestato il mio consenso”. E ancora in merito alla cena di Bisceglie: “durante l’incontro il Di Nicola (L’Aquila) mi chiese se potevo fare qualcosa per alterare il risultato di Savona-Teramo, nel senso che avrei dovuto assicurare la vittoria del Teramo. Mi disse che per assicurarsi la vittoria la società del Teramo era disposta a pagare complessivamente 70.000 euro. E che una parte di questa somma l’avrei potuta gestire direttamente io con alcuni giocatori. Da ciò desunsi che un’altra parte della somma sarebbe stata utilizzata direttamente dal Di Nicola per manipolare l’esito della gara attraverso altri canali. Preciso che al colloquio e alla proposta partecipava attivamente anche il Di Giuseppe, entrando nel merito dei particolari della proposta illecita, confermando la disponibilità della citata somma di 70.000 euro. Io risposi subito negativamente in quanto non volevo fare una cosa del genere”. Poi Corda aggiunge davanti agli ispettori federali che i contatti con Di Nicola e Barghigiani erano finalizzati anche ad una trattativa per compare il Savona calcio. Nell’elenco dei biancoblù, che hanno ricevuto il “fine indagini” e che vanno verso il processo sportivo c’è anche il consulente di mercato Enrico Ceniccola (per lui la contestazione è di omessa denuncia come per il giocatore Marco Cabeccia), assistito dall’avvocato Paolo Gallinelli. Era in compagnia di Barghigiani quando quest’ultimo incontrò i dirigenti del Teramo. Anche il ruolo dell’ex guardalinee di serie A, definito un consulente esterno dallo staff biancoblù, inguaierebbe direttamente la società. In mano agli 007 federali ci sono le carte con l’opzione a suo favore per acquistare il Savona entro il 30 giugno di quest’anno per una cifra pari a 300 mila euro. Nelle carte figura anche il ruolo di Ceniccola come “collaboratore”. Risulta dall’organigramma biancoblù depositato in Figc e Lega. Oggi intanto il patron del Catania, Antonino Pulvirenti, è stato ascoltato stamane dal Procuratore Palazzi. Pulvirenti avrebbe combinato cinque partite dello scorso campionato di Serie B con lo scopo di salvare il Catania dalla retrocessione in Lega Pro. Il Presidente del club siciliano era accompagnato dagli avvocati penalisti Giovanni Grasso e Fabio Lattanzi oltre al legale del Catania, Eduardo Chiacchio. Intanto, rimangono agli arresti domiciliari Fernando Arbotti, Piero Di Luzio ed Giovanni Luca Impellizzeri, Daniele Delli Carri e Fabrizio Milozzi, 5 degli indagati nell’operazione “I treni del gol”. Il Tribunale del Riesame ha respinto i ricorsi di Arbotti, Di Luzio ed Impellizzeri, mentre Delli Carri e Milozzi hanno rinunciato all’impugnazione. Il Tribunale del Riesame di Catania, V Sezione Penale, ha rigettato i ricorsi proposti dagli indagati Arbotti Fernando, Di Luzio Piero ed Impellizzeri Giovanni Luca. I coindagati Delli Carri Daniele e Milozzi Fabrizio hanno rinunciato al ricorso già presentato. Tutti i predetti permangono così agli arresti domiciliari. Il Tribunale della Libertà ha pertanto confermato l’impianto della Pubblica Accusa con riferimento, in particolare, ai ruoli ricoperti in seno all’associazione per delinquere dagli anzidetti nonché dagli ex dirigenti del Catania Pulvirenti Antonino e Cosentino Pablo. Ricordiamo che per Pulvirenti e Cosentino permane l’obbligo di firma 4 giorni a settimana in un ufficio della polizia di Stato e il divieto di espatrio: sono stati infatti  ritirati i rispettivi passaporti”.
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