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Sabato, 20 Giugno 2015 00:04

“Dirty Soccer”: anche il patron Campitelli decide, per ora, di non rispondere agli inquirenti

Scritto da  Redazione sportiva
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Dopo il ds Marcello Di Giuseppe, due giorni fa, anche il presidente del Teramo, Luciano Campiteli, indagato nell’ambito dell’inchiesta “Dirty Soccer” condotta dalla squadra mobile di Catanzaro e coordinata dalla locale Dda si è avvalso della facoltà di non rispondere. Campitelli, accompagnato dal suo avvocato, Renato Borzone, si è presentato alla Questura del capoluogo calabrese poco prima delle 12:30, lasciando gli uffici pochi minuti dopo aver comunicato agli inquirenti la sua volontà di non rispondere alle loro domande. Che sarebbero state tutte incentrate a capire se, come si ipotizza, il patron del Teramo e alcuni altri suoi collaboratori abbiano fatto ricorso ad un sistema di condizionamento dei campionati di calcio di Lega Pro. In particolare, il Teramo, neo promosso in B, secondo l’accusa, si sarebbe adoperato, tramite lo stesso presidente, per condizionare la gara decisiva vinta dagli abruzzesi a Savona. Partita decisiva, sospetta per chi indaga. I biancorossi avevano necessità di chiudere in testa il torneo con un certo vantaggio sui bianconeri ascolani, che sarebbe scesi in campo al Bonolis sette giorni dopo per l’ultima di campionato. E’ chiaro che l’atteggiamento di Di Giuseppe e Campitelli rientra in una strategia difensiva tesa a capire che cosa abbia in mano la procura di Catanzaro. Ci sono poi da valutare le dichiarazioni rese agli inquirenti del’ex consulente del Savona, Marco Barghigiani. Sentito a Catanzaro in quanto accusato di essere stato il diretto contatto utilizzato dalla dirigenza biancorossa, tramite il diesse de L’Aquila Di Nicola, per aggiustare il risultato del match valso al Teramo la prima promozione della sua storia in B, Barghigiani avrebbe affermato di aver avuto un doppio incontro, di persona, con Campitelli, nei giorni immediatamente precedenti la gara. Incontri di cortesia perché Barghigiani avrebbe negato di aver alterato il risultato della partita, in quanto, all’epoca dei fatti, dopo l’esonero di Aloisi, il suo potere decisionale a Savona si era ridotto e non di poco. Subito dopo l’udienza di oggi, la difesa del Presidente del Teramo Calcio Luciano Campitelli,ha diffuso un comunicato nel quale si precisa che “in esito all’interrogatorio tenutosi in data odierna, per evitare erronee interpretazioni o equivoci in ordine all’atto istruttorio precisa che:  il Presidente Campitelli, giunto a Catanzaro per rispondere all’interrogatorio, ha compreso, nella fase iniziale dello stesso, che i fatti ipotizzati nei suoi confronti, peraltro del tutto infondatamente, non sono riferibili a condotte realizzate nella giurisdizione di competenza della autorità giudiziaria di Catanzaro; di fronte alla formalizzazione di tale situazione processuale, la difesa ha chiarito immediatamente che l’indagato potrà rispondere e risponderà, in ossequio alle norme processuali, all’autorità giudiziaria competente, poiché il rispetto del giudice naturale precostituito per legge è un principio costituzionale posto a garanzia della legalità del procedimento ed è uno dei cardini dello stato di diritto; pertanto la difesa sta attivando, nelle forme di legge, gli istituti di garanzia previsti dal codice di procedura penale affinché sia determinata la competenza territoriale adeguata ai fatti come ipotizzati dagli inquirenti; in tale situazione, suo malgrado, il Presidente Campitelli ha potuto soltanto rendere una dichiarazione di riserva a rispondere solo davanti al proprio giudice naturale, ribadendo, però, in tale dichiarazione: la propria assoluta estraneità ai fatti; la impossibilità dell’esistenza di conversazioni telefoniche che lo riguardino e che possano confermare l’ipotesi d’accusa nei suoi confronti; la singolarità del riferimento ad incontri avvenuti in date in cui non era presente a Savona ma si trovava dimostrabilmente a Teramo; la convinzione di avere sempre posto in essere condotte trasparenti e leali, lecite sia dal punto di vista sportivo che da quello penale; in attesa delle decisioni degli organi processuali sulla determinazione della competenza territoriale, la difesa rappresenta che, pur comprendendo l’ansia e le aspettative della stampa e della pubblica opinione per la vicenda, e pur ribadendo l’assoluta innocenza del Presidente Campitelli, non sembra opportuno istituireprocessi mediatici paralleli alle competenti sedi giudiziarie, nel rispetto, dunque, sia delle prerogative degli organi inquisitori che della difesa”.
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